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Emma Pomi, Young Ambassador di Inspiring Girls Italia, ha condotto un’intervista esclusiva con Bebe Vio!

Durante il loro scambio, le due giovani donne hanno affrontato una vasta gamma di argomenti, spaziando dallo sport alle sfide personali, passando per i sogni e le aspirazioni.

Non perderti l’intera intervista per scoprire tutti i dettagli!

 

Emma: Volevo prima ringraziarti per questa opportunità e volevo dirti da un sacco di tempo che ti ammiro davvero tanto. Anche per il tuo motto: non mollare mai. Mi ispira e mi ha sempre ispirata.

Bebe: Grazie mille Emma!

 

E: Volevo chiederti prima di tutto quanto ha contato il tuo carattere determinato nel tuo vissuto. Sei sempre stata così o la tua forza di volontà si è formata per via degli eventi che hai affrontato nel corso della tua vita?

B: Allora in realtà io sono sempre stata molto determinata… Io dico determinata, mia mamma dice rompiballe – ride – ma questo è perché sono sempre stata molto testarda nel fare le cose, cioè se qualcuno mi diceva di no, io l’ho sempre fatto comunque.

In effetti devo dire che fin da piccola sono sempre stata molto determinata nell’impegnarmi per me stessa e per la società: a dieci anni facevo parte del Consiglio Comunale giovanile della mia città, nel gruppo per migliorare la sicurezza della mia cittadina, ho creato il primo “piedibus” della mia città e facevo le multe morali a chi parcheggiava nel parcheggio dei disabili. Io ancora non ero disabile e già comunque ero molto impegnata su questi temi.

Insomma, sono sempre stata così e questo mi ha molto aiutata anche quando è arrivata la malattia.

Però a parte questo, avere sempre fatto sport fin da piccola mi ha aiutato molto. Forse tutto quello che è successo dopo è stato più facile anche grazie allo sport.

 

E: Mi ispira molto il fatto che da quando eri piccola hai sempre avuto questo carattere e non hai mai cercato di nasconderlo. Anche secondo me la strada giusta rimane coltivare sempre il proprio carattere e diventare chi si vuole essere.

B: Esatto, l’importante è che decidi dove vuoi andare e anche se qualcuno ti dice di no, tu fallo! Magari stai sbagliando, però almeno l’hai fatto!

Bisogna sempre provare nella vita. Di sicuro se non fai niente, non sbagli mai, ma soprattutto quando si è giovani, bisogna capire cosa ci piace veramente e bisogna buttarsi.

 

E: Grazie delle belle parole, ne farò tesoro, io come tante altre ragazze.

Sulla capacità di andare avanti nonostante tutto, come hai reagito a quelli che ti dicevo no? Cioè che non avresti più potuto fare sport o seguire le tue passioni come l’arte e la pittura?

B: Non ho mai pensato che il mio corpo fosse o potesse essere un limite.

E ho sempre pensato “ok, ma dove sta scritto che se non hai le mani non puoi disegnare? Dove sta scritto che se non hai le mani non puoi fare scherma?”

E poi mi è stata molto utile una frase di mia mamma che mi disse: “ma secondo te la scherma sta nella tua mano o nella tua testa?”

Quello che intendeva è che non è che se sai fare una cosa è perché quella è dentro la tua mano. Se sai fare una cosa è perché ce l’hai in testa, quindi trova una soluzione per andare a farlo!

 

E: Giustissimo! Ci sono stati invece momenti in cui hai pensato di non farcela e come hai fatto a gestire l’ansia e a non mollare?

B: Anche quando pensavo di non farcela, i miei genitori e i miei fratelli mi hanno sempre spronata a riprovarci. Loro mi hanno sempre detto: ”sbagli? Riprovaci, vedrai lo rifarai meglio la prossima volta”.

Perché è ovvio che quando iniziamo a fare una cosa, non siamo i più bravi a farla. Per imparare a farla, dobbiamo impegnarci tanto e soprattutto sbagliare e sbagliare, prendere ogni parte del percorso come una sfida che ci porterà ad essere bravi in quella determinata attività.

 

E: Parlando dei tuoi fratelli e dei tuoi genitori, quanto hanno contato la tua famiglia, i tuoi amici e lo sport? Come?

B: La mia famiglia sicuramente è sempre stata fondamentale per me, quando ero piccola, così come adesso. Oltre a loro, man mano ho creato delle altre famiglie in qualche modo. Per esempio, il mio gruppo di amici è diventato una vera e propria famiglia, la Nazionale è diventata una vera e propria famiglia.

Dopo la malattia sono uscita dall’ospedale, un ambiente tutto bianco e sono stata catapultata nel mondo degli scout, che sono stati fondamentali per me per capire in quel momento che ero una persona normale, come tutte le altre, che non ero fatta di cristallo, che, come tutti, posso rompermi ma mi posso anche aggiustare.

L’importante è circondarsi di persone che ci tengono. E soprattutto, non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto. Io non credo nei supereroi, nessuno riesce a fare tutto da solo, bisogna saper chiedere aiuto, e non credo nel supereroe che salva il mondo. È solo insieme che le persone riescono a fare qualcosa di positivo e concreto.

 

E: Sì… saper chiedere aiuto è fondamentale.

Invece, che consigli puoi dare alle giovani ragazze per piacersi e accettarsi?

B: Non c’è un segreto o una magia. Però secondo me è importante pensare: perché farsi duecentomila pare mentali per delle cose che non puoi cambiare? Nel momento in cui poi cominci a volerti bene, puoi essere tutto ciò che vuoi.

Spesso le persone dicono: “non mi piaccio perché non piaccio agli altri”, cioè “se non trovo nessuno o non piaccio a nessuno, allora sono brutta”.

Dovrebbe essere il contrario: solo piacendo a noi stessi, piaceremo agli anche agli altri.

E poi gli standard e i canoni di bellezza stanno cambiando per fortuna!

 

E: A proposito di non piacere, hai mai incontrato persone tossiche o invidiose, come hai reagito?

B: Sì, le ho incontrate, ma io non mi ci sono mai soffermata troppo. Se le persone intorno a me raggiungono dei successi, io sono felice per loro e fiera di loro e penso che questo sia fondamentale.

È inutile compararsi agli altri, ognuno fa il suo percorso e al massimo noi possiamo ispirarci ai successi delle altre persone.

Quando qualcuno fa qualcosa meglio di te, non essere geloso, al massimo capisci come ha fatto a farlo e impara da quella persona!

 

E: Per caso fai meditazione o mindfulness? Come gestisci ogni giorno i mille e più impegni in modo sereno?

B: Nella vita frenetica, ognuno deve trovare un proprio modo per essere tranquillo. Per alcuni è meditazione, io faccio molte liste! Mi piace tantissimo vedere tutte le cose che devo o vorrei fare messe in riga e mi piace ancora di più cancellarle dalla lista quando le ho fatte bene.

Ho liste per qualsiasi cosa – ride – da qui ai prossimi anni!

 

E: La Bebe Academy è un progetto notevole dal punto di vista umano e organizzativo, come hai avuto questa idea?

B: Era il mio sogno diciamo: riuscire a vedere dei bambini che facessero integrazione. Stiamo contribuendo ad un cambiamento che è in atto. Al giorno d’oggi sta diventando sempre più frequente leggere articoli di sport paralimpico, vedere persone con disabilità che fanno pubblicità, che sono testimonial di alta moda, me compresa. Stiamo contribuendo a cambiare i canoni e la Bebe Vio Academy è esattamente questo: avere un mondo di bambini e bambine in cui non fai più praticamente caso alla carrozzina, alle stampelle, all’amputazione perché ognuno è fatto a modo proprio ma tutti sono integrati e inclusi.

Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi ed è questo il bello: imparare la bellezza attraverso la diversità degli altri.

 

E: Non c’è cosa più vera e più giusta… Qual è la sfida più bella che hai affrontato?

B: La vita!

 

E: Per ultima cosa: chi è o chi è stata la tua Role Model?

B: All’inizio ero convinta che i miei Role Model fossero i grandi atleti. Ero convinta che se una persona faceva grandissimi risultati sportivi, allora automaticamente era un grande. In realtà ho scoperto che le persone che ci sono più vicine, noi non ci rendiamo conto, ma sono i grandi esempi della nostra vita. Possono essere i genitori, i fratelli, le amiche e gli amici, gli allenatori, le allenatrici. Quindi nel momento in cui ho cominciato a guardarmi più intorno, mi sono resa conto di quanti esempi fantastici avessi vicino.

E poi l’esempio più grande per me sono stati tutti i bambini e le bambine della nostra Onlus, che ogni giorno mi insegnano tantissimo.

E: Grazie Bebe, possiamo dire, in gran finale, che avevi ragione tu! Sei riuscita a praticare scherma, l’arte, studi, sei una campionessa, hai un’energia positiva che si percepisce. Hai dato un grande esempio a tutte noi, sei una vera Role Model!

B: Grazie a te Emma per la bellissima intervista!


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